Dolori influenzali
Il virus dell’influenza si trasmette per via aerea, attraverso l’inalazione delle goccioline di saliva diffuse nell’ambiente con la tosse o gli starnuti da parte di un individuo già infetto. Il virus si deposita anche sulle superfici di oggetti che possono essere condivisi, e può essere trasmesso da un individuo all’altro portando le mani alla bocca. L’igiene delle mani è quindi fondamentale per limitare la diffusione del contagio.
I dolori sono tra i sintomi più caratteristici delle sindromi influenzali. In genere il dolore colpisce la testa e il sistema muscolo-scheletrico, specialmente la schiena e le gambe, con la caratteristica sensazione di “avere le ossa rotte”.
Oltre a questi sono sintomi frequenti malessere, febbre spesso preceduta da brividi e disturbi respiratori come tosse, mal di gola, naso chiuso.
Tutte le forme influenzali sono di origine virale, e sono causate da diversi ceppi. Accanto alla cosiddetta “influenza stagionale”, che raggiunge il picco di diffusione massima durante i mesi invernali, esistono decine di altri virus parainfluenzali caratterizzati da sintomatologie leggermente differenti o più sfumate, che sono invece più frequenti in altri periodi dell’anno.
Il ceppo del virus influenzale che causa l’infezione infatti muta continuamente ed è ogni anno diverso, pur dando luogo a una malattia che presenta caratteristiche ricorrenti, per questo ogni anno viene sviluppato un vaccino specifico per l’influenza.
Per classificare una malattia da raffreddamento come vera e propria influenza è necessario che siano presenti contemporaneamente tre tipi di sintomi:
febbre alta a esordio improvviso
uno più sintomi di tipo sistemico tra dolori muscolari, stanchezza, mal di testa
almeno un sintomo respiratorio come mal di gola, tosse, raffreddore.
La febbre è in molti casi il primo sintomo a comparire.
La diagnosi è quindi prima di tutto clinica, basata cioè sull’osservazione dei sintomi. Quando sono presenti solo una o due tipologie di sintomi, certamente non si tratta di influenza; è il caso delle forme che decorrono senza febbre che, in genere, sono dovute a uno dei moltissimi virus parainfluenzali che si possono contrarre tutto l’anno, anche se sono più facilmente in circolazione nei periodi primaverili e autunnali.
La situazione dei sintomi in questo tipo di malanni può quindi essere abbastanza complicata. Possono manifestarsi quadri caratterizzati da febbre e disturbi respiratori, febbre con dolori osteoarticolari e/o stanchezza, oppure da sintomi respiratori accompagnati a sintomi sistemici, ma in assenza di febbre. La sensazione di dolore che coinvolge tutto il fisico può essere presente anche in questi casi, ma con minore intensità.
In genere la sintomatologia associata all’influenza regredisce nel giro di qualche giorno. Quando presente, la febbre può durare anche cinque o sei giorni; parallelamente le artralgie e le mialgie, ovvero i dolori alle articolazioni e ai muscoli, vanno scemando con l’abbassarsi della febbre.
All’influenza e alla parainfluenza, inoltre, possono associarsi complicanze a carico delle vie respiratorie, pericolose per la salute generale, come bronchite e polmonite. La polmonite è tra le complicanze più gravi perché è causa di mortalità nelle persone più fragili: anziani, persone immunodepresse, cardiopatici, diabetici e individui affetti da malattie respiratorie croniche, come asma grave o BPCO.
I rimedi da mettere in atto per contrastare i sintomi dell’influenza, a prescindere dalla presenza della febbre, sono simili, anche se l’influenza vera e propria porta con sé un carico di disturbi maggiore rispetto alle sindromi respiratorie parainfluenzali. In caso di contagio la cura migliore è prima di tutto il riposo, affiancato da terapie farmacologiche con medicinali di automedicazione, acquistabili senza obbligo di ricetta medica, che hanno l’effetto di alleviare i sintomi.
Parallelamente a questo è consigliabile seguire anche alcune regole alimentari e di comportamento. L’influenza porta a una diminuzione dello stimolo della fame; è opportuno perciò seguire una dieta leggera, ma nutriente. E bere molto. Aumentare la quantità di liquidi serve a ripristinare l’equilibrio elettrolitico e a contrastare gli effetti dell’aumentata sudorazione. Per mantenere una buona idratazione oltre all’acqua è possibile consumare succhi di frutta, tisane, brodo, mentre sono da evitare le bevande alcoliche.
Sono consigliate anche le spremute di agrumi, ricchi di vitamine. La vitamina C infatti può accelerare la ripresa dall’infezione e la risoluzione dei sintomi. Oltre a svolgere un ruolo per la salute di ossa e muscoli, intervenendo nella sintesi del collagene, proteina strutturale della pelle e delle mucose, ha un’importante funzione antiossidante: è in grado di inattivare i radicali liberi, sostanze che danneggiano le strutture cellulari e che si formano anche (ma non solo) durante un processo infiammatorio, come quello che si scatena per esempio durante un’influenza. In questo modo la vitamina C sarebbe quindi in grado di proteggere tutte le cellule, comprese quelle del sistema immunitario impegnate a combattere i virus, favorendo così la risposta immunitaria. Infine, la vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro introdotto con l’alimentazione e può essere di aiuto in periodi di stress fisico, come quello generato da una sindrome influenzale.
Il dolore muscolare può essere causato da fattori di diversa origine: uno sforzo eccesivo, un trauma, un crampo, ma può avere origine anche da cause infiammatorie. Nel caso dei dolori muscolari associati alla sindrome influenzale, che interessano in genere le gambe, la schiena e il tronco, la causa è legata al processo infiammatorio.
Durante l’influenza inoltre si ha un aumento della sudorazione che provoca una perdita di liquidi e sali minerali superiore alla norma, di conseguenza ci sarà un apporto minore di ossigeno e nutrienti a livello dei muscoli, con conseguente aumento del senso di stanchezza.
Durante l’influenza è normale sentirsi “acciaccati”, con un senso di indolenzimento generalizzato, l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) può essere consigliato perché questi farmaci non solo favoriscono l’abbassamento della temperatura grazie all’azione antipiretica, ma grazie all’attività antinfiammatoria ed analgesica permettono anche un miglioramento generalizzato della condizione.
Anche la dieta è importante, in questi casi infatti bisognerebbe rintegrare il potassio e il magnesio, due minerali che favoriscono il buon funzionamento muscolare e che vengono persi con l’eccessiva sudorazione, è bene perciò ricordarsi di mangiare alimenti che ne sono ricchi come le banane, la verdura a foglia verde, la frutta a guscio e il cioccolato fondente.
L’influenza stagionale porta con sé un corollario di sintomi dolorosi, non solo muscolo-scheletrici. Il mal di testa, per esempio, può essere molto intenso durante un’influenza. Si presenta in genere pulsante e con dolore localizzato anche a livello degli occhi. Spesso si accompagna alla fotofobia, un forte fastidio per gli stimoli luminosi.
Per quanto riguarda le vie respiratorie, i sintomi sono inizialmente lievi, ma tendono poi a intensificarsi. Oltre al mal di gola può comparire un dolore a livello dello sterno e la tosse diventare aspra e persistente.
Se la tosse perdura nel tempo, con ripetuti accessi, è possibile che si instauri un dolore a livello delle costole, dovuto al ripetersi dello sforzo, che tenderà a scomparire gradualmente, solo dopo la risoluzione della sintomatologia. Durante il decorso influenzale l’infiammazione può estendersi alle mucose della bocca che diventano irritate e arrossate, così come gli occhi che possono arrossarsi. Non è rara, a causa del quadro generale di debilitazione, l’insorgenza di stomatite e dolorose ulcere della bocca.