Mal di schiena

    Quasi tutte le persone ad un certo punto della vita possono incorrere nel mal di schiena che interferisce in maniera negativa con il lavoro, le attività quotidiane o di svago di ogni persona.

    Vertebre, muscoli, nervi e le articolazioni complesse sono tutte strutture del corpo strettamente legate alla nostra schiena. Pertanto, quando vi è una contrazione dei muscoli si percepisce del dolore, soprattutto a causa di una spina dorsale poco allenata, alle abitudini sbagliate o alla cattiva postura. L'infiammazione della zona lombare e il dolore sono immediatamente percepiti nella parte posteriore del nostro corpo. 
    Nel 21° secolo, in Italia e negli altri paesi industrializzati, le persone hanno iniziato a seguire uno stile di vita abbastanza sedentario, il risultato è quello di avere, tra gli altri problemi, anche muscoli deboli e poco tonici per mantenere una postura corretta proprio perché essi non sono più in grado di sostenere adeguatamente la colonna vertebrale e il peso del corpo. In ufficio o in auto, tendiamo ad assumere posizioni sbagliate, a cui spesso si aggiungono il fattore stress e la mancanza di sport che di certo non portano benefici alla salute della colonna. Sono questi i motivi per cui il dolore alla schiena è ormai il più comune disturbo della civiltà moderna. 
    Il dolore che si percepisce quando si ha il mal di schiena provoca un'ulteriore contrazione muscolare che, se non curata con un trattamento adeguato, può portare a un peggioramento del mal di schiena, con il rischio di una possibile infiammazione dei nervi, che porta all'estensione del dolore a livello delle braccia, gambe e testa.

    La colonna vertebrale è un insieme di oltre trenta ossa che sostengono tutto il corpo e che lo rendono mobile e flessibile. Al loro interno risiede una parte importante del sistema nervoso centrale, il midollo spinale, che affianca il lavoro del cervello. A queste ossa, esattamente chiamate vertebre, sono collegati legamenti e strutture muscolari che ci permettono di effettuare tutti i movimenti e di assumere le posture più articolate.

    La colonna vertebrale si divide in:

    • Cervicale (sette vertebre cervicali)

    • Dorsale (dodici vertebre dorsali)

    • Lombare (cinque vertebre lombari)

    • Sacrale (cinque vertebre sacrali)

    • Coccige

    Le vertebre sono separate l'una dall'altra da dischi intervertebrali, veri e propri cuscinetti che evitano l'attrito di queste ossa tra loro e ammortizzano i movimenti. Il disco intervertebrale è costituito da un nucleo polposo (formato per il 90% da acqua) e da un anello fibroso esterno che lo contiene. La struttura del disco funge da ammortizzatore. La colonna vertebrale ha quattro deviazioni fisiologiche (cervicale, dorsale, lombare e sacro-coccigea) che permettono carichi dieci volte superiori rispetto a quanto potrebbe sostenere una struttura rettilinea. La pressione che i dischi subiscono dipende chiaramente dalla posizione: è minima in posizione orizzontale, intermedia in posizione verticale e massima quando si è seduti o si è piegati in avanti sorreggendo con la mano un peso che sposta ulteriormente il baricentro. I dischi sono pressoché privi di innervazione: questa condizione da un lato permette di muoversi senza avvertire dolore, dall'altro però non consente di accorgersi delle degenerazioni discali, se non quando la situazione è ormai molto grave.

    Sintomi: Dolore diffuso, Dolore localizzato, Dolore irradiato agli arti 
    Cause: Traumi o lesioni, Osteocondrosi, Ernia del disco, “Colpo della strega” 
    Trattamento: Correzione posture, Scarpe con almeno 5 cm di tacco, Aspirina Dolore e Infiammazione, Aspirina in granuli

    Il più noto dei mal di schiena è il famoso "colpo della strega" che arriva intenso ed improvviso nella parte inferiore mentre si sta spostando un peso. Altre volte invece avvertiamo un fastidio, spesso insopportabile che passa soltanto se assumiamo la posizione orizzontale. Poiché il peso del corpo si è scaricato soprattutto sulla zona lombare, lo stato di sofferenza e i dolori che ne derivano vengono definiti "lombalgia". Molto frequente, per esempio, è il classico mal di schiena in gravidanza, dovuto a uno sbilanciamento posturale legato alla presenza del feto.

     

     

    Questi disturbi guariscono generalmente spontaneamente nell'arco di un mese circa, altre volte invece il dolore diventa cronico ripresentandosi periodicamente. Con il passare degli anni il disco perde progressivamente acqua (la diminuzione della statura con l'invecchiamento è dovuta soprattutto alla diminuzione del volume dei dischi) a causa di processi degenerativi che interessano i mucopolissaccaridi incaricati di trattenere l'acqua garantendo l'elasticità della struttura. Tale processo degenerativo a carico dei dischi viene definito condrosi, quando invece sono interessate anche le vertebre siamo in presenza di osteocondrosi. In alcuni casi, il mal di schiena è dovuto alla presenza di scoliosi, una deformazionedella colonna vertebrale che si manifesta con una curvatura laterale.

    OSTEOCONDROSI L'osteocondrosi coinvolge anche il sistema nervoso spinale provocando dolore (una percentuale di circa il 10% dei pazienti presenta una grave invalidità). Il processo degenerativo può provocare anche altre patologie come la spondiloartrosi, cioè la degenerazione delle articolazioni intervertebrali poste dietro ai dischi.

    ERNIA DEL DISCO La patologia classica dei dischi intervertebrali è l'ernia del disco. In seguito alla diminuzione del contenuto acquoso del disco (a settant'anni ci può essere una riduzione anche del 10% della quantità d'acqua), le vertebre si avvicinano; allora come reazione alla nuova situazione il disco cerca di trattenere più acqua e si gonfia (protrusione discale), anche non avendo più le strutture perfettamente integre per poterla contenere. Nel caso in cui il nucleo polposo si rompa, non si verifica l'ernia, ma se invece è l'anello a creparsi, in seguito alla pressione del nucleo interno, allora avviene il prolasso, cioè un'ernia costituita dai materiali derivanti dalla rottura. Quando questi materiali entrano in contatto con innervazioni il paziente sente dolore.

    La diagnosi del mal di schiena, in genere, è semplice. Ma è necessario comprenderne le cause. È fondamentale capire la sua origine sia per intraprendere la cura adeguata, sia per evitare la cronicizzazione e le recidive. Generalmente il medico chiede se è “localizzato”, cioè se si avverte in punti precisi, probabilmente quelli in cui si è creata una lesione o dei traumi, o se è “diffuso”, è in questo caso che forse ha origine da un tessuto più profondo; può chiedere se si irradia lungo la gamba, come nella sciatica, o se è collegato con qualche altro disturbo, per esempio intestinale; e sia quindi un dolore “riferito”, che può essere determinato da un disturbo che interessa l'intestino, o da una colica di fegato, o dalla degenerazione di un disco intervertebrale. In quest'ultimo caso il dolore si irradia anche alla gamba. Può succedere che il dolore si presenti immediatamente dopo o nelle 24 ore successive a uno sforzo o a un movimento scorretto. Di solito non servono esami particolari, per accertarne le cause, solo se il dolore non passa con i trattamenti in automedicazione oppure con quelli individuati dal farmacista o dal medico, quest’ultimo può prescrivere esami diagnostici, come una radiografia, oppure, in casi particolari, una risonanza magnetica.

    Come prevenzione generale e per prevenire il peggioramento delle tensioni muscolari, la prima regola è quella di non stare troppo a letto né in posizione sdraiata, per esempio sul divano. È infatti dimostrato che riprendere il prima possibile una normale attività fisica aiuta a prevenire le ricadute e a far andare via il mal di schiena.

    Se il dolore è insorto dopo uno sforzo, magari dopo aver sollevato un oggetto pesante, si potrebbe trattare del ben noto “colpo della strega", una contrattura violenta dei muscoli che si trovano in prossimità delle vertebre. In questo caso, si avverte un forte dolore e si rimane bloccati nella posizione: la difficoltà a ritornare in posizione eretta è dovuta all'intensità del dolore stesso e alla paura di peggiorare la situazione. Molti soggetti, però, tentano ugualmente di raddrizzare immediatamente la schiena rendendo in questo modo più acuta la sensazione dolorosa perché i muscoli, già dolenti e contratti, sono sottoposti ad un ulteriore sforzo per effettuare i movimenti che consisterebbero di rialzarsi. In questi casi, per alleviare il dolore, è consigliabile rimanere piegati e cercare di raggiungere, mantenendo sempre questa posizione, il divano o il letto sul quale potersi distendere. Solo dopo aver scaricato il peso del corpo dalla colonna vertebrale si può tentare di raddrizzare la schiena attraverso movimenti molto lenti e respirando profondamente. Il riposo a letto dovrebbe durare almeno due giorni; se è proprio indispensabile alzarsi è bene farlo con molta attenzione, mettendosi prima a sedere sul letto, quindi facendo scendere lentamente le gambe fino a toccare con i piedi il pavimento e sollevandosi in piedi pian piano, sorreggendosi con le mani al bordo del letto. Insieme al riposo il medico prescriverà cure farmacologiche adeguate. Certamente non mancheranno gli antidolorifici, che agiscono sul centro nervoso deputato alla percezione del dolore e impediscono al nostro organismo di avvertire il dolore.

    Agli antidolorifici il medico affiancherà quasi certamente terapie a base di antinfiammatori per ridurre l'infiammazione. Questi farmaci si assumono per via orale sotto forma di compresse o di granulati da sciogliere in acqua, a stomaco pieno; per i casi più lievi o come coadiuvanti alla terapia orale si possono applicare anche sotto forma di pomate, gel o cerotti sulla zona interessata dal dolore. Poiché il problema è lo spasmo dei muscoli, il medico può consigliare anche dei farmaci miorilassanti che hanno lo scopo di far rilassare e ammorbidire i muscoli colpiti dalla contrattura.